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Donne perdute e ritrovate. Con un'anticipazione s'intende portare alla luce e far conoscere una raccolta inedita di Gino Covili, realizzata a più riprese negli anni '70 e in qualche modo "eccentrica" non solo all'interno del corpus pittorico del Maestro, ma anche nel panorama artistico nazionale.
Le 96 opere delle "Donne Perdute" (per lo più a tecnica mista su carta e di medie dimensioni), per la loro tematica (prostitute e bordelli), ma soprattutto per l'esecuzione e lo stile con il quale sono state realizzate, si staccano prepotentemente dal resto della produzione di Gino Covili, mantenendo solo il comune denominatore dell'attenzione empatica dell'artista verso i personaggi ai margini, i reietti, gli sfruttati, oltre all'indiscussa energia segnica, il ductus grafico di sensibilità vangoghiana.
Covili, con una modernità stilistica ed espressiva sorprendente per un autodidatta abituato a raffigurare per lo più il mondo rurale, si smarca definitivamente dalla definizione approssimativa e vacua di "naïf", per rientrare a pieno titolo nell'orbita espressionista e addirittura portarsi, con certe deformazioni grottesche e insoliti tagli prospettici, ad anticipare il realismo olandese e i più interessanti artisti contemporanei.
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